Il 31 gennaio 2017 la Commissione Esteri della Camera dei Deputati ha approvato la risoluzione sui Difensori dei Diritti Umani che riprende le richieste di una rete di organizzazioni della società civile italiana per la protezione degli attivisti e delle attiviste impegnati/e nella tutela dei diritti umani nel mondo.
“Un importante passo in avanti”: così commenta Francesco Martone, responsabile advocacy dell’organizzazione “Un ponte per…”, l’approvazione della risoluzione, presentata a prima firma dall’On. Marietta Tidei (PD).
“La presa di posizione del Parlamento giunge in una fase di grave acutizzazione dell’attacco alle donne a agli uomini impegnati nella difesa dei diritti umani nel mondo, e ad un mese dalle iniziative per ricordare Berta Caceres, attivista indigena honduregna uccisa per essersi opposta ad un progetto di diga nella sua terra”, spiega Martone.
La risoluzione riflette le proposte e le richieste formulate da un’ampia coalizione di oltre 20 associazioni ed organizzazioni della società civile italiana impegnate nella difesa dei diritti umani, nella tutela ambientale, per la libertà di espressione e di stampa, per il sostegno ad attivisti/e ed avvocati/e minacciati nel mondo a causa del loro lavoro.
Nell’ottobre scorso la coalizione aveva inviato una prima lettera all’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, e poi organizzato il
Convegno internazionale “Difendiamoli!”, ospitato alla Camera il 28 novembre 2016, cui erano stati invitati difensori e difensore dei diritti umani da ogni parte del mondo.
Tra gli obiettivi dell’iniziativa quello di fare pressione sulla Farnesina affinché si doti di strumenti di protezione degli attivisti e delle attiviste minacciate, sulla scia di quanto fatto da altri paesi dell’Unione Europea, dando così seguito agli orientamenti della stessa UE in materia.
In seguito, dovranno essere anche messe a punto diverse modalità di concessione di visti temporanei per coloro che sentano la necessità di lasciare momentaneamente i propri paesi. La rete italiana, inoltre, sta lavorando per coinvolgere gli Enti locali nella creazione di “città rifugio”, che possano dare protezione e accoglienza temporanea ad attiviste e attivisti.
“Adesso ci aspettiamo azioni concrete, prima fra tutte l’attuazione degli orientamenti UE in maniera trasparente, attraverso l’elaborazione e la pubblicazione di linee guida per il personale diplomatico italiano, al fine di permettere un monitoraggio del loro lavoro e agli/alle attivisti/e di essere informati delle possibilità di sostegno”, prosegue Martone. “Chiediamo che l’Italia, che presiederà il prossimo anno l’OSCE, organismo che ha delle linee guida eccellenti sul tema, metta la questione dei difensori e delle difensore dei diritti umani al centro dell’agenda politica internazionale”.
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