Colombia: #ItaliaParla, chiediamo l’immediata fine delle violenze
Written By :
indifesadi
Category :
News
Posted On :
13 Maggio 2021
Share This :
“Se un popolo protesta e scende in piazza in piena pandemia è perché il suo governo è più pericoloso del virus”.
Il gruppo di lavoro America Latina della “Rete In Difesa Di – per i diritti e per chi li difende”, esprimendo forte preoccupazione e sdegno per la brutale repressione in corso in Colombia da parte delle forze armate della polizia contro i cittadini in manifestazione, chiede l’immediata sospensione delle violenze e il ripristino del rispetto dei diritti civili ed umani.
Dal 28 aprile, quando si è scatenata la reazione ultraviolenta del Governo di Ivan Duque contro manifestanti pacifici scesi nelle piazze in protesta per la riforma tributaria, sono 37 i morti accertati (fonte: Amnesty International), ma per sindacati e la Ong Indepaz potrebbero essere almeno 10 di più; 89 i dispersi, centinaia di feriti, arresti arbitrari e 11 casi denunciati di violenza sessuale su donne manifestanti da parte di poliziotti.
Particolarmente preoccupante la situazione nella città di Cali, uno dei teatri più sanguinosi degli scontri, dove dal 6 maggio una minga indigena organizzata dalla Guardia Indigena del Cric – il Consiglio Regionale Indigeno del Cauca – ha raggiunto i manifestanti per dare sostegno e protezione alla popolazione locale, mentre una missione di valutazione di osservatori internazionali – organizzata dalla Commissione di Pace del Congresso, dalla Germania, Regno Unito e Unione Europea – ha constatato l’effettivo utilizzo sproporzionato delle forza da parte degli squadroni antisommossa della Polizia colombiana (ESMAD) contro la popolazione.
Le Nazioni Unite, l’Unione Europea, e i principali governi del mondo, hanno condannato la violenza della polizia contro cittadine e cittadini scesi in piazza in maniera pacifica in queste settimane.
In Italia, due interrogazioni – una a firma della deputata PD Laura Boldrini, l’altra di Quartapelle e Delrio – chiedono al Governo italiano di esprimersi in una ferma condanna della repressione e il rispetto del diritto di manifestare dei cittadini colombiani. Governo che ad oggi – quasi unico in Europa – rimane in un silenzio assordante di fronte alla catastrofe umanitaria colombiana.
Nei primi cinque mesi del 2021 sono stati assassinati 60 attiviste ed attivisti per i diritti umani e ambientali, sindacalisti, leader comunitari ed indigeni, ex guerriglieri. Cifra che, dalla firma degli accordi di pace del 2016, sale a circa 1179 omicidi mirati. Un genocidio politico di dimensioni gravissime, che s’innesta fra le pieghe di una società piagata da impoverimento, corruzione, narcomafie, paramilitarismi ed espropriazione di beni comuni e dell’ambiente da parte di multinazionali, favorite da trattati commerciali che anche l’Unione Europea appoggia e che potrebbe significativamente non ratificare.
Ci uniamo alla richiesta urgente di smantellamento dell’ Escuadrón Móvil Antidisturbios (ESMAD), i gruppi antisommossa della Polizia nazionale riconosciuti come responsabili di innumerevoli violazioni, stupri e omicidi.
Con la campagna #ItaliaParla per #SosColombia, chiediamo che l’Italia, con il Governo Draghi e la Farnesina, parli in appoggio al popolo colombiano e contro l’impunità e chieda la fine immediata della repressione delle proteste.
Noi tutte e tutti esprimiamo appoggio e solidarietà al coraggioso popolo colombiano.
Italia, 12 maggio 2021,
Le Associazioni facenti parte del Gruppo America Latina
della Rete In Difesa Di
Con
ARCI
Centro Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia – CRED/GIGI