Il Decreto Sicurezza 1660 non rispetta i diritti e la Costituzione: dal convegno al Senato si salda la critica fra organizzazioni, giuristi e movimenti

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Mentre il DDL 1660 “Decreto Sicurezza” è al vaglio del Senato, proprio in una delle sale del Senato – la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, Piazza Capranica 72 a Roma – si è tenuto lo scorso 25 ottobre – organizzato da Rete In Difesa Di e promosso dalla Senatrice Ilaria Cucchi – il convegno internazionale “Per il diritto a manifestare e a difendere la Madre Terra”. 

Un momento di informazione, condivisione di esperienze e denuncia della preoccupante situazione su repressione e libertà in Italia, in particolare per ciò che concerne il focus della rete In Difesa Di, ovvero la difesa e l’accompagnamento di attiviste ed attivisti per i diritti umani e la giustizia climatica sotto minaccia nel mondo: questo è stato il denso convegno internazionale “Per il diritto a manifestare e a difendere la Madre Terra”, che ha visto alternarsi voci di attiviste ed attivisti italiani dei movimenti per il clima, a giuristi di alto profilo sia italiani che internazionali, fra cui due esponenti dell’OSCE – Odhir e della Convenzione di Aarhus. 

Promosso dalla Senatrice Ilaria Cucchi – fra le prime e più critiche voci che si sono levate contro i decreti “rave”, poi convertito in legge il 30 dicembre 2022, (L. 199/2022) introducendo nel Codice penale un nuovo, e l’attuale Ddl 1660, in corso di valutazione al Senato – l’evento è stato organizzato dalla rete di organizzazioni italiane In Difesa Di.  Nata nel 2016 per stare al fianco di Humans Rights Defenders in America latina, Medio Oriente, Asia – visto l’aumento esponenziale a livello globale di omicidi selettivi, persecuzioni e violenze contro chi difende libertà, territori, ecosistemi ed in particolare verso leader di comunità indigene e movimenti ecologisti- la Rete In Difesa Di negli ultimi anni ha dovuto necessariamente volgere le proprie azioni in Europa e in Italia, creando connessioni fra movimenti ed attivisti che pur vivendo in Paesi molto diversi stanno condividendo prassi di difesa a modelli di repressione sempre più simili.

Ecco perché il convegno di ieri è stato un momento importante e necessario. 

Composto da due panel – uno di approfondimento teorico e uno di testimonianze dirette – l’incontro è stato aperto dalla senatrice Ilaria Cucchi che da remoto causa Covid ha immediatamente espresso solidarietà alla giudice Silvia Albano, oggetto di pressioni e minacce di morte a seguito della sentenza sui migranti in Albania, e ha proseguito stigmatizzando il DDL 1660, definendolo un “procedimento incostituzionale, che punisce ancora una volta i più deboli e gli oppressi”.

Michel Forst

Il Relatore speciale ONU sui difensori dell’ambiente per la Convenzione di Aarhus , Michel Forst, con un videomessaggio da Cali alla Cumbre sobre la Biodiversidad, ha sottolineato ancora una volta come l’allerta internazionale degli organismi preposti verso l’atteggiamento delle istituzioni italiane contro attivisti per l’ecologia e crisi climatica sia preoccupante, e come “questo decreto sicurezza aumenti il rischio di criminalizzazione dei difensori ambiental” “Dal 2020 – ha proseguito – ho incontrato molte volte in Italia gli attivisti sotto processo o sottoposti a provvedimenti non proporzionati alle manifestazioni pacifiche che avevano organizzato o di cui avevano preso parte. Già nel febbraio scorso, con la cosiddetta Legge contro gli Ecoterroristi, avevo preso posizione con decisione contro quella che di fatto è una tendenza europea, quella di reprimere chi protesta per il diritto a vivere in un mondo più sano e pulito”.

Parole che hanno risuonato negli interventi dei due giuristi dell’OSCE-ODIHR – Thibaut Noel, legal officer at ODIHR’s Legislative Support Unit  e Jeremy McBride, Panel of Experts on Freedom of Assembly and Associations  – venuti apposta a Roma per partecipare al convegno e per condividere il parere legale profondamente critico verso il Ddl 1660: “Gli Articoli 8, 11, 18  e 19 del DDL hanno profili  di non conformità agli standard internazionali sui diritti umani e agli impegni dell’OSCE” , hanno detto. “Nel complesso il Disegno di Legge n° 1660 in esame copre un’ampia gamma di questioni, che vanno dall’antiterrorismo, alla sicurezza pubblica, ai crimini o altri reati contro le autorità preposte all’applicazione delle leggi, alle norme sulle armi e alle condizioni di detenzione. Ma dobbiamo evidenziare diverse criticità del DDL che potrebbero ostacolare l’esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali, tra cui il divieto di maltrattamento e i diritti alla libertà e alla sicurezza della persona, le libertà di riunione pacifica, di espressione e di movimento, nonché i diritti ad un processo equo e al rispetto della vita privata e familiare, tra gli altri”. Particolare apprensione destano poi gli articoli che trattano “esigenze specifiche dei detenuti, ivi comprese le donne incinte e i detenuti stranieri” .

QUI IL DOC COMPLETO “PARERE SU DDL 1660” DELL’OSCE

Con l’Avvocata Francesca Fanucci, Senior Legal Advisor, European Center for Not-for-Profit Law e Francesco Martone, della rete In Difesa Di, il primo spazio di approfondimento moderato da Laura Renzi di Amnesty International è entrato nel vivo delineando il tempo politico che stiamo attraversando, dove il tratto della repressione istituzionale specificatamente contro le categorie sociali del dissenso e dell’ecoattivismo ha ormai caratteristiche riconoscibili e ben delineate. 

Ma è stato il costituzionalista Giovanni Russo Spena, già senatore e oggi giurista dell’Osservatorio Repressione, a sottolineare con enfasi il “cambio di paradigma” al quale stiamo assistendo, in termini di libertà e diritti: ”Alla radice del DDL 1660  si innesta la negazione del conflitto sociale, che invece è essenziale per produrre dignità per gli oppressi ed è la base della dialettica democratica”. Centri di Permanenza per il Rimpatrio, carceri e piazze diventano dunque luoghi da disumanizzare e reprimere “dentro un progetto complessivo di autoritarismo, ipercontrollo e odio. D’altronde – ha chiosato – siamo a tutti gli effetti un Paese in guerra”.

La seconda parte, il panel dedicato alle esperienze testimoniali ha dato il polso – concreto e doloroso – della situazione oggi: attiviste ed attivisti di – Giacomo Baggio, Ultima Generazione , Valentina Corona,  Extinction Rebellion , Ester Barel, Fridays for Future – coordinati dall’avvocata Paola Bevere, hanno raccontato la loro esperienza per aver partecipato a proteste pacifiche contro la crisi climatica: Valentina, detenuta e offesa nella propria integrità per una manifestazione a Bologna durante il G7 Scienza e Tecnologia, che comunque ha avuto la forza di denunciare i maltrattamenti subiti e che, attualmente è considerata “un pericolo per la società”; Ester, schernita e messa in difficoltà per le sue iniziative; Giacomo Baggio che ha rischiato due anni di divieto a partecipare a eventi pubblici, di uscire dalle 20 alle 7, con l’obbligo di presentarsi all’autorità di pubblica sicurezza. Tutto, per aver partecipato a blocchi stradali e resistenza passiva.

(qui articolo e intervista a Giacomo da Il Domani https://www.editorialedomani.it/ambiente/giacomo-baggio-ultima-generazione-attivista-clima-rischia-sorveglianza-speciale-tribunale-video-owpdvw2n

Con le conclusioni di Federica Borlizzi, avvocata e dottoranda Dipartimento di Giurisprudenza “Roma Tre”, e l’apporto di Greenpeace con Alessandro Giannì Responsabile relazioni istituzionali e scientifiche, il coro è stato unanime: “Perché perdiamo tempo a doverci difendere da denunce, multe e provvedimenti asimmetrici, quando Bologna e sott’acqua, la temperatura di aria e mari è  fuori controllo e danni a cose e persone sono ormai incommensurabili. Il DDL è evidentemente liberticida, ma noi dobbiamo anche ricordarci che alcuni diritti continuano ad essere elusi – quello di manifestare, anche con ostruzione di strade o attività; quello di potersi esprimere, il sacrosanto diritto d’opinione, fra gli altri”. 

Ha chiuso Francesco Martone, portavoce della rete In Difesa Di, per ricordare il diritto – dovere di tutte e tutti di difendere la Madre Terra, in connessione con chi – a partire dalla popolazioni indigene – nel mondo contrasta capitalismo ed estrattivismo per la giustizia climatica e sociale.

  • Per approfondimenti QUI il dossier “Diritto non crimine” a cura di In Difesa Di
  • QUI l’articolo de Il Fatto con alcune interviste video 
  • RIGUARDA IL CONVEGNO (il link con la registrazione video (mp4) del convegno che si è tenuto il 24 ottobre 2024 sarà valido per un periodo di 10 giorni)
  • RIASCOLTA IL CONVEGNO  SU RADIO RADICALE 

rete In Difesa Di, 26 ottobre 2024